Festività e Celebrezioni


Equinozio di primavera

Equinozio di primavera


Posted By on Mar 19, 2018

Equinozio di primavera

L’Equinozio di primavera, come quello d’autunno, è uno dei due momenti dell’anno in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio.
Astronomicamente è il momento in cui il sole si trova sopra all’equatore celeste ed è l’inizio della metà luminosa, quando le ore di luce superano quelle di buio.

E’ il primo giorno della primavera, la stagione della rinascita, associata presso varie culture a concetti come fertilità e resurrezione.

E’ il momento della rinascita dei nuovi progetti, il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. Il momento adatto per rinascere con la Natura e fondersi con Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme.

Nel mondo ellenico, dopo l’Equinozio, si svolgeva le Adonìe, festa della resurrezione di Adone, bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite che fu ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito).
Adone era in realtà il dio assirobabilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo “Adon” (Signore).

Egli dimorava sei mesi all’anno negli inferi, come il sole quando si trova sotto all’equatore celeste (autunno e inverno).

Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, l’equivalente dell’Afrodite greca. Allo stesso modo si festeggiava Persefone che ritornava nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti.

Tutti questi miti ci mostrano la morte simbolica del Dio e la sua rinascita a un nuovo ciclo vitale. E’ l’unione di un simbolismo celeste (il cammino del sole nel cielo), di quello terrestre (il risveglio della Natura) in cui riecheggia il tema del matrimonio fra una divinità maschile, celeste o solare, e una femminile, legata alla terra o alla luna.

La primavera era, infatti, la stagione degli accoppiamenti rituali. Delle nozze sacre in cui il Dio e la Dea si accoppiavano per propiziare la fertilità.
Erano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra.

Come per altre festività stagionali antiche, questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana e associato a due giorni cristiani.

Il primo è la festività dell’annunciazione della Vergine benedetta Maria, che cade il 25 marzo. Il secondo, naturalmente, è la Pasqua. Il termine “Easter” con cui in inglese si designa la Pasqua, ci riporta a un’antica divinità pagana dei popoli nordici, la dea Eostre, assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar, la quale presiedeva ad antichi culti legati al sopraggiungere della primavera e alla fertilità dei campi.

I popoli Celti denominavano l’equinozio di Primavera “Eostur-Monath” e in seguito “Ostara”. Il nome sembrerebbe provenire da aus o aes e cioè Est, e, infatti, si tratta di una divinità legata al sole nascente, anzi “risorto” e al suo calore. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilità e animale sacro in molte tradizioni.

I Britanni associavano la lepre alle divinità della luna e della caccia e i Celti la consideravano un animale divinatorio.

Nella tradizione buddhista una leggenda narra di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse l’immagine dell’animale sulla luna. In Cina la lepre lunare ha un pestello e un mortaio con cui prepara un elisir d’immortalità.

I Nativi americani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Nell’antica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinità lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre.

La lepre di Eostre, che deponeva l’uovo della nuova vita per annunciare la rinascita dell’anno, è diventata l’odierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilità.

Così le uova pasquali si ricollegano alle tradizioni pagane in cui si celebrava il ritorno della dea andando a scambiarsi uova “sacre” sotto l’albero ritenuto “magico” del villaggio. Usanza che collega Eostre alle divinità arboree della fertilità.

L’uovo non è scelto a caso ma è da sempre e per qualsiasi cultura, simbolo di vita, di creazione, di rinascita.

La nascita del mondo da un uovo cosmico è un’idea universalmente diffusa che era celebrata presso molte civiltà alla festa equinoziale di primavera, quando la natura risorge.

In numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, è il primo essere a emergere dal Caos: è l’”Uovo del mondo” covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole.

L’Equinozio è il giorno in cui si commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità.

POTREBBE INTERESSARTI:
Le uova di Carl Fabergé testo
Le uova di Carl Fabergé video

Read More
Anno Celtico

Anno Celtico


Posted By on Feb 8, 2018

Anno Celtico

Nella cultura celtica la ruota o spirale era ritenuta sacra: simboleggiava la creazione e la rotazione costante delle stelle nel cielo notturno.

I Druidi, sacerdoti del popolo celtico, che erano grandi osservatori degli eventi celesti, suddivisero il transito del sole in settori assegnando a ognuno di essi un albero che, per le sue caratteristiche, si adattava a quel preciso momento dell’anno.

Per gli antichi Celti l’albero rappresentava il ciclo della vita e la possibilità, di mettere in relazione le tre parti del cosmo: sottosuolo (le radici), la terra (il tronco) e il cielo (la chioma).

Le stagioni, rappresentate come punti su una ruota gigantesca, cambiavano e ritornavano ogni anno; nella parte superiore della ruota le stelle ruotavano attorno ad un asse che era la Stella Polare che indicava l’ubicazione del Paradiso.

L’apparente movimento delle stelle intorno all’asse per il popolo celtico era un percorso a spirale, oppure una scalinata, sulla quale le anime ascendevano alla vita terrena.
La continuità delle spirali significava che un ciclo si ripeteva incessantemente, in altre parole, che l’inizio era anche una fine e viceversa.

Il calendario celtico prevedeva che il primo giorno dell’anno coincidesse con il primo giorno di Novembre.
L’anno era diviso in quattro trimestri:
Samahin (dal 1 novembre)
Imbolic (dal 1 febbraio)
Bealtaine (dal 1 maggio)
Lughnasadh (dal 1 agosto)

Il continuo moto espandente della spirale simboleggiava anche la natura sempre crescente della saggezza e della conoscenza.

Molti di questi simboli erano triplici, poiché la triplicità; era un simbolo del Divino.

Le stagioni dell’anno basavano il loro calendario sui cicli della luna e non sul sole.
L’anno celtico consisteva di tredici mesi, dodici erano abbastanza simili a quelli odierni e un mese addizionale di tre giorni era la “soglia” fra il vecchio e il nuovo anno.

Ogni mese era governato da una luna e aveva un albero sacro associato a esso.

I nomi delle quattro stagioni risalgono a epoche pre-cristiane:
Earrach per la Primavera.
Samhradh per l’Estate,
Foghara per il Raccolto o Autunno,
Geamhradh per l’Inverno.

L’inizio di ogni stagione era chiamato Alban (Solstizio ed Equinozio), mentre il punto centrale di ciascuna stagione era celebrato da una Festa del Fuoco.

POTREBBE INTERESSARTI:
Oroscopo Celtico

 

 

 

Read More

Samhain

Domenica 12 novembre dalle ore 10:30 alle ore 16:30
Organizzato da Associazione Le Figlie Dell’Antica Religione

Siamo quasi giunti a Samhain e Le Figlie dell’Antica Religione non potevano perdere l’occasione di celebrarlo ritualmente con voi, anche se la data è decisamente fuori da tutti i canoni ma al giorno d’oggi, oltre che con le energie, bisogna fare i conti con i problemi organizzativi.

Condivideremo la giornata come sempre con Antonietta, che ci guiderà nel percorso sacro del Labirinto e ci accompagnerà alla scoperta di danze che aiuteranno ad affrontare questo momento di passaggio tra Luce e Oscurità.
Cammineremo, danzeremo e siederemo in cerchio, alla scoperta della nostra spiritualità.

Ci troveremo come sempre dalle h. 10.30 alle h.16.30, a Formainarte, in via Villoresi, 26, Milano domenica 12 novembre.
Il costo della giornata sarà di 25 euro per chi avesse già rinnovato la tessera d’iscrizione all’associazione.
Per chi non lo avesse fatto o per chi partecipa per la prima volta, oltre al costa dell’evento, ci sarà il costo della tessera associativa che è di 20 euro. La tessera vale fino al 30 settembre 2018.

Il pranzo è individuale

Samhain Read More