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IPERICO

IPERICO


Posted By on Nov 7, 2017

RIMEDI NATURALI

Rimedi naturali: iperico

L’iperico è una pianta erbacea della famiglia delle Ipericacee.

Il nome botanico è composto da due parole e la seconda, “Perforatum” deriva dal latino e significa “perforato”, poiché le foglie viste controluce rivelano dei punti traslucidi dando l’impressione che siano perforate, i fiori sono gialli a cinque petali, l’altezza media si aggira tra i 30 ed i 40 cm ed è una pianta che cresce formando dei grandi cespugli.

Le parti usate sono le foglie , ricchissime di ghiandole, i fiori raccolti appena sbocciati e poi essiccati all’ombra.
Si chiama anche Cacciadiavoli, Erba di San Giovanni e nel Medioevo veniva utilizzato per esorcismi contro il diavolo, inoltre, si credeva che dormire con un rametto sotto il cuscino la notte di S. Giovanni, facesse apparire il santo in sogno per dare la sua benedizione e per impedire, a chi lo vedeva, di morire durante l’anno successivo.
Lenisce le ulcere e le gastriti, contrasta la nausea, aiuta ad alleviare la diarrea, ha potere sedativo, antidolorifico, analgesico
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che l’iperico ha un’efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata.

Per piaghe, ferite e scottature:
Mettere circa 30 grammi di sommità fiorite di iperico in 100 ml di olio d’ oliva.
Aggiungere 10 grammi di vino bianco e lasciare riposare in luogo soleggiato per due settimane. Alla fine dei 15 giorni, durante i quali avete agitato di tanto in tanto, filtrare ed ecco che è pronta la tintura.
Frizionare con piccole dosi le parti ustionate o ferite

(Cristina Tartaglino)

Aglio
L’aglio, uno dei rimedi più antichi e diffusi della medicina popolare, ha numerose proprietà.
Aloe vera
Le proprietà curative di questa pianta sono innumerevoli e i suoi effetti collaterali sono praticamente nulli.
Basilico
E’ una delle piante aromatiche più usate in cucina e grazie all’eugenolo, la sostanza che le dona il caratteristico profumo, il basilico assume un’importante funzione depurativa e antinfiammatoria
Garofano
L’ olio essenziale di garofano rientra nelle preparazioni farmacologiche utilizzate negli studi dentistici, proprio grazie al suo potere antimicrobico e alla sua azione analgesica pressoché immediata
Iperico
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che l’iperico ha un’efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata
Limone
Giallo come il sole il limone, contiene virtù incredibili, ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie

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AGLIO

AGLIO


Posted By on Gen 10, 2021

RIMEDI NATURALI

Aglio - Rimedi naturali

L’aglio è una pianta della famiglia delle Liliacee che può raggiungere un’altezza di settanta centimetri, imparentata con l’erba cipollina, la cipolla, lo scalogno e il porro. Comunemente coltivato in tutti gli orti, la fioritura avviene da giugno a luglio con fiori bianco-verdastri. Questo è il periodo in cui si raccoglie il bulbo, la parte con gli spicchi.

L’aglio, uno dei rimedi naturali più antichi e diffusi della medicina popolare, ha numerose proprietà curative.

Favorisce la crescita dei capelli e dona un aspetto sano alla pelle. Abbassa il livello di glicemia nel sangue, rafforza il sistema immunitario ed è un potente battericida. Inoltre, l’aglio, è un potentissimo vermicida e un regolatore della pressione arteriosa, Contro i calli è efficacissimo. Basta preparare un unguento a base di polpa di aglio schiacciato e olio di oliva.

Serve anche per preparare un efficace disinfettante detto “aceto antisettico”.

Ecco la ricetta:
Mettete in un vaso un cucchiaio di foglie di salvia, di rosmarino, di timo e fiori di lavanda tutti triturati. Unite uno spicchio d’aglio schiacciato.
Aggiungete poi un cucchiaio di foglie di noce e di alloro sempre triturate. Un cucchiaio di chiodi di garofano e una stecca di cannella schiacciati, un cucchiaio di ginepro (ramoscelli e bacche) triturato.
Ricoprite il tutto con un litro di aceto bianco. Lasciate macerare per dieci giorni, filtrate e conservate in una bottiglia.

L’aglio è inoltre riconosciuto in gastronomia internazionale per la sua proprietà di insaporire i cibi.

Aglio
L’aglio, uno dei rimedi più antichi e diffusi della medicina popolare, ha numerose proprietà.
Aloe vera
Le proprietà curative di questa pianta sono innumerevoli e i suoi effetti collaterali sono praticamente nulli.
Basilico
E’ una delle piante aromatiche più usate in cucina e grazie all’eugenolo, la sostanza che le dona il caratteristico profumo, il basilico assume un’importante funzione depurativa e antinfiammatoria
Garofano
L’ olio essenziale di garofano rientra nelle preparazioni farmacologiche utilizzate negli studi dentistici, proprio grazie al suo potere antimicrobico e alla sua azione analgesica pressoché immediata
Iperico
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che l’iperico ha un’efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata
Limone
Giallo come il sole il limone, contiene virtù incredibili, ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie

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Erbe di San Giovanni

Erbe di San Giovanni


Posted By on Giu 14, 2020

Erbe di San Giovanni
Iperico

Erbe di San Giovanni

La notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, segue il solstizio d’estate ed è sempre stata considerata una notte magica.

Secondo un’antica leggenda il solstizio d’estate era la porta attraverso la quale gli dei facevano passare i nuovi nati sotto forma di rugiada: “la rugiada degli Dei”.

Un’altra leggenda ci racconta che durante questa notte il sole, che viene rappresentato come fuoco, si congiunge con la luna sotto forma d’acqua, da ciò nascono i riti dei falò e della tradizione.


La natura è al massimo della sua forza, inizia il cammino della rinascita ed è necessario incanalare queste forze per non incorrere in eventi nefasti.


Le piante e i fiori vengono influenzati da una particolare forza e per sfruttarle al meglio si preparare l’acqua di San Giovanni.


Come si preparare l’acqua di San Giovanni?


Durante la vigilia della notte del 24 bisogna raccogliere alcuni fiori ed erbe.
L’iperico, l’artemisia, la verbena, il corbezzolo, il sambuco, il rosmarino, la menta e la salvia, ognuna di esse viene aggiunta nella preparazione per un particolare motivo.

Non è necessario usare precisamente queste erbe, perché ogni zona d’Italia ha le proprie erbe di San Giovanni.

Al tramonto bisogna immergerle in un bacile d’acqua e lasciarle fuori tutta la notte in modo che la rugiada vi si depositi sopra. Al mattino ci si può lavare il viso e il corpo con questa acqua profumata, in un rito sacro e misterioso tramandato da anni.

Quest’acqua ha il potere di preservare dalle malattie, scacciare il malocchio e la malasorte.


Si può a raccogliere la rugiada che si forma durante la notte di San Giovanni.


Di solito si usa raccoglierla trascinando una pezza sull’erba che si impregnerà dell’acqua, oppure scavando una piccola buca in cui infilare un contenitore e ricoprirla con un telo impermeabile. Praticare un foro in prossimità del contenitore, in modo che durante la notte la rugiada si posi sul telo e scivoli dentro al contenitore.

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Solstizio d’estate – Litha

Solstizio d’estate – Litha


Posted By on Giu 20, 2019

Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che è il giorno più lungo dell’anno, ma che allo stesso tempo, rappresenta l’inizio del suo declino.

Infatti, dopo il Solstizio d’Estate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio d’inverno, in quella che è la fase “calante” dell’anno.

Solstizio deriva dal latino solstat, “il sole si ferma” e, infatti, pare quasi che il sole indugi un po’ in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente.

Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto all’equatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia l’estate astronomica.

E’ il tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare. La mistica forza che unisce cielo e terra è ora più forte.

Questa verità era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le “ley lines”, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare.

Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre.

I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantità di quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico.

Non a caso la cerimonia del Solstizio d’Estate è la festa più elaborata e più famosa compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a Stonehenge. Nel 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni decretata nel 1988 dalle autorità britanniche per motivi di ordine pubblico.

Il Neo-Druidismo chiama il Solstizio d’Estate Alban Heruin, “Luce della riva”.

Infatti, la festa è al centro dell’anno, al suo volgere, così come la spiaggia è il luogo d’incontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradizioni antiche la “terra” era la zona astronomica al di sopra dell’equatore celeste e l’ “acqua” quella inferiore. Il sole trovandosi nel loro punto d’incontro è come sulla riva del mare.

Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori.

Le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni. Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui falò solstiziali, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana. È comune credenza che moltissime piante raccolte in quest’epoca abbiano poteri quasi miracolosi.

Il vischio è una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta con un falcetto d’oro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio d’Estate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo d’Oro dei miti.

Il sambuco tagliato la vigilia del Solstizio, sanguina nelle leggende britanniche.

Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce è una pianta pteridofita, cioè che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori.

In tutti i paesi europei si raccolgono erbe ritenendole impregnate di miracolose virtù.

La verbena porta prosperità, mentre l’artemisia sacra ad Artemide sorella di Apollo, protegge dal malocchio. Si riteneva in particolare che l’energia solare si raccogliesse in fiori come la calendula o l’iperico, la miracolosa “erba di San Giovanni”.

Proprio tutte queste virtù magiche che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano l’abbondare di leggende riguardanti coloro che più di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe.

L’usanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso danzando.

Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali celtico-germanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nell’antica Roma che si tenevano appunto il 24 giugno: ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorrevano ai templi, banchettavano e danzavano.

Fortuna è la Dea della casualità assoluta, del caos benefico e rigeneratore.

La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio d’Inverno fanno del Solstizio Estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodo “caotico” in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali.

In questo benefico caos assumono rilievo i due elementi primordiali: fuoco e acqua, contrapposti ma pur sempre complementari, dove il primo simboleggia i poteri della divinità maschile e la seconda quelli della divinità femminile (o, se si preferisce il Sole e la Luna).

L’acqua del Solstizio è direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro.

Il glifo di questo segno zodiacale è composto da due segni spiraliformi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse indicanti le due metà dell’anno che ora si incontrano.

Nelle celebrazioni solstiziali l’acqua è rappresentata dalla rugiada o “guazza di San Giovanni”, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilità.

Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni.

Fuoco di Litha

Il fuoco viene simboleggiato dai falò accesi un po’ ovunque in Europa nella notte solstiziale. Sono simboli solari e accenderli significa rafforzare l’energia dell’astro che d’ora in avanti va declinando.

Un’altra interpretazione esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e le malattie.

Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di “passaggio”, così come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, così anche le entità malefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo.

Nel folklore nord-europeo la vigilia di San Giovanni è una delle tre “notti degli spiriti” insieme alle vigilie di Calendimaggio e di Halloween/Samhain.

Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee vedono l’accensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii. Si danza intorno ai falò e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano.

In Scandinavia il falò del Solstizio era il “fuoco di Baldur”. Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nell’antichità si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici.

Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due opposte divinità, il Re della Quercia e il Re dell’Agrifoglio. Il primo rappresenta il Dio dell’anno crescente (cioè della metà dell’anno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne). Il secondo raffigura il Dio dell’anno calante (la metà dell’anno in cui la notte prevale sul giorno).

Se in inverno era il Re dell’Agrifoglio a soccombere, a Litha-Casmaran era il Re della Quercia a dover cedere di fronte all’avversario. E questo spiega perchè i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia. La quercia fiorisce intorno a Casmaran e segna il passaggio tra anno crescente e anno calante.

La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T.

L’idea di due divinità o di due re che combattono eternamente tra loro appare in molte culture.

Ma se nelle mitologie più antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e l’oscurità regnassero in equilibrio tra loro. In tutti questi miti più tardi, probabilmente per influenza dei culti solari legati alla regalità, la vittoria dei personaggi “luminosi” è sempre definitiva e la morte di quelli “oscuri” senza appello.

Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una figura femminile che rappresenta la Dea, la quale non combatte, non si schiera e non soccombe ma costituisce un perno immobile tra le due figure, simbolo della Morte in Vita.

Infatti, anche se ora la terra è esuberante nella sua fertilità, è pur sempre uno zenith transitorio in cui la Natura presiede alla morte del Re della Quercia e all’insediamento del suo oscuro ma necessario gemello.

Litha (dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere ) rappresenta anche il ciclo agricolo incentrato sui cereali.

Nelle Isole Britanniche questo ciclo venne narrato nella storia di John Barleycorn (lo spirito dell’orzo) che vive dalla semina fino al momento della sua morte ad opera della falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine ma con momenti ben definiti, caratterizzati da celebrazioni rituali.
In questo ciclo il Dio muore e discende agli inferi dove la Dea della Terra lo soccorre e lo fa rinascere.

Litha non è una festa di carattere esclusivamente maschile.

Nella celebrazione del Solstizio d’Estate è uso onorare sia il Dio che la Dea.

Pare che in questo periodo i culti relativi alla Dea Diana, divinità strettamente legata alla luna, entrassero in grande fermento. Ad essa ed alle altre dee lunari era associata infatti la famosa rugiada che si raccoglieva all’alba del Solstizio d’Estate, liquido dalle grandi proprietà magiche.

Celebrare Casmaran – Litha

Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna. La pianta sacra del solstizio d’estate è l’iperico. L’iperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni.

L’iperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto “proteggere” o “sconfiggere un’apparizione”.

Com’è nella tradizione bruciare nove ceppi nei fuochi di Beltane, è anche costume tirare nove tipi di erbe nel fuoco di Litha.

E sono: Iperico, Ruta, Verbena, Vischio, Lavanda, Timo, Finocchio, Piantaggine e Artemisia. In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sarebbero sposate ed eventualmente acquisire indizi sull’identità del futuro sposo.

Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle s’individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara d’uovo versata nell’acqua o le fave sbucciate.

In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura del portone, dicendo:
“Qui c’è il coltello, dove è il fodero?” Il simbolismo è evidente…

Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce tutto ciò che riguarda l’amore e la fertilità. E’ il giorno delle divinazioni e delle magie domestiche, dei piccoli e grandi riti protettivi legati all’elemento fuoco.

Per celebrare Casmaran possiamo fare cose molto semplici.

Ad esempio alzarci all’alba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualità e sul suo destino: la massima forza coincide con l’inizio del suo declino.

Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo falò nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino con i nostri amici. Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia che cominci a mezzanotte, in fondo è la notte più breve dell’anno!

All’aperto si può tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici.

Al momento dell’alba possiamo salutare il sole dicendo:

“Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!”
Sentiamo l’energia solare che pervade il mondo.
Possiamo fare offerte di vino e di dolci.

Il cerchio della luna

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Artiglio del diavolo

Artiglio del diavolo


Posted By on Ott 25, 2018

Artiglio del diavolo

Troviamo l’artiglio del diavolo soprattutto in forma di pomata o di capsule, in cui il principio all’interno apporta un’efficace beneficio.

Questa pianta originaria della Namibia è utilizzata dalle popolazioni indigene come amaro-tonico per la febbre e nei disturbi digestivi.

Il nome deriva dal greco harpago che significa uncino da arrembaggio, infatti, i frutti della pianta sono provvisti di uncini con i quali si attaccano alle zampe degli animali permettendo così di diffondersi.

Le ricerche cliniche e sperimentali evidenziano la notevole azione antinfiammatoria di questa pianta, alla quale si associano potenti proprietà antidolorifiche e antispastiche; possiede inoltre un’azione rilassante sulla muscolatura liscia.

L’artiglio del diavolo lo troviamo soprattutto in forma di pomata o capsule, in cui il principio all’interno apporta beneficio all’organismo e risolve in maniera diretta il problema insorto.

Per i fastidi più lievi è consigliato l’uso della pomata, da applicare esternamente mentre per dolori di maggiore entità è meglio assumere il rimedio con una maggiore concentrazione di principio attivo, come le capsule.

Questa pianta è utilissima in caso d’infiammazioni come:
tendiniti
osteoartrite
artrite reumatoide
mal di schiena
dolori cervicali
infiammazione alla sciatica
artrite
artrosi
dolori muscolari di vario genere

La radice del diavolo ha un sapore molto amaro, può provocare talvolta dolori di stomaco con nausea, soprattutto in soggetti con gastrite acuta e/o ulcera, quindi si consiglia di assumere questa pianta a stomaco pieno.

E’ sconsigliato l’uso nei bambini al di sotto dei dodici anni e nelle donne in gravidanza e durante l’allattamento.

Aloe vera
Le proprietà curative di questa pianta sono innumerevoli e i suoi effetti collaterali sono praticamente nulli.
Basilico
E’ una delle piante aromatiche più usate in cucina e grazie all’eugenolo, la sostanza che le dona il caratteristico profumo, il basilico assume un’importante funzione depurativa e antinfiammatoria
Garofano
L’ olio essenziale di garofano rientra nelle preparazioni farmacologiche utilizzate negli studi dentistici, proprio grazie al suo potere antimicrobico e alla sua azione analgesica pressoché immediata
Iperico
Alcuni studi clinici hanno dimostrato che l’iperico ha un’efficacia paragonabile ad alcuni psicofarmaci nella cura della depressione lieve e moderata
Lavanda
L’olio essenziale di lavanda è uno degli oli essenziali più usati; non ha controindicazioni, salvo eventuali allergie a questa pianta.
Limone
Giallo come il sole il limone, contiene virtù incredibili, ha proprietà antibatteriche e detergenti, depurative, disintossicanti dell’organismo, rimineralizzanti e antianemiche, attiva e rinforza le difese immunitarie.

 

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